Nei mesi
scorsi, più precisamente il 16 Febbraio del 2018, nelle sale di tutto il mondo
esce il film su uno dei personaggi meno conosciuti dell’Universo Marvel, questo
prima che venisse introdotto nell’universo cinematografico che tutti noi
conosciamo. Il personaggio è nato dalla penna, come sempre, di Stan Lee e Jack
Kirby nel Luglio del 1966. Ovviamente come tutti sappiamo pur avendo una storia
editoriale parecchio longeva il supereroe africano di nome T’Challa non hai mai
raggiunto la popolarità dei grandissimi mostri sacri come Spiderman, Ironman e
via discorrendo. Dunque, come ha fatto un eroe non propriamente famoso ad
incassare alla sua primissima trasposizione cinematografica ben $1.342.000.00
miliardi? Se effettivamente lo si guarda da fuori, appare come uno dei tanti e
classicissimi cine-comics degli ultimi anni, ma per un infinità di motivi non
lo è affatto. Prima di esporre cos’è effettivamente Black Panther mi sembra
doveroso parlare dell’opera in se.
La prima
apparizione della Pantera Nera interpretata da Chadwick Boseman avviene nel
terzo film di Capitan America, Civil War. Possiamo apprezzare le abilita e le
peculiarità del personaggio ma non solo, Civil War da il via anche alla trama
del suo personalissimo film con la morte del padre avvenuto nell’esplosione a
Vienna. Dopo questi avvenimenti il giovane principe T’Challa torna a casa per
salire sul trono di Wakanda, un immaginaria nazione nel continente africano,
isolata ma tecnologicamente avanzata e ricca di giacimenti di vibranio. Quando
due pericolosi nemici cospirano per portare il regno alla distruzione, T’Challa
è pronto a raccogliere l’eredità di suo padre e a indossare gli artigli di
Black Panther.
Fin dai
primissimi minuti possiamo notare la qualità elevatissima della computer
grafica e degli effetti visivi. Mai invasiva, amalgamata alle scene e al
contesto in maniera impeccabile. Sceneggiatura buonissima, presente un
introduzione iniziale che ci spiega i poteri della pantera e la storia del
Wakanda. Durante il film presenti brevi flashback funzionali alla trama, il
resto scorre liscio, scene d’azione superlative, l’inseguimento in auto
entusiasmante. Forse si poteva fare qualcosina in più nello scontro finale ma
tutto sommato soddisfacente. Il cast ha sfornato una grandissima prova, tutti
ottimi. Presenti due villains, bene il primo, assoluta eccellenza il secondo. Killmonger
ruba letteralmente la scena, carismatico come non mai. Buoni i costumi, buone
le scenografie e la fotografia. Menzione speciale per la colonna sonora,
perfetta, di assoluta qualità, curata niente di meno che da Kendrick Lamar.
Dunque il
film è ottimo come abbiamo scritto, ma la vera differenza l’ha fatta fuori,
nella vita di tutti i giorni, ha impattato con veemenza portando in scena il
problema delle razze ancora duro a morire nel 2018. Cast interamente di colore,
a dare un segnale forte alla società di oggi, a dare ai bambini di colore un eroe
con cui immedesimarsi è una di quelle cose belle da raccontare. Hanno vinto e
lo hanno fatto alla grande, alla faccia di chi innalza barriere, dichiara
guerre e toglie diritti. Siamo tutti uguali, e siamo da ora un po’ tutti Wakandiani.
La stoccata chiarissima al presidente USA
Trump nella scena post-credit è elegante quanto forte. “Sono più le cose che ci uniscono, che quelle che ci dividono. In tempo
di crisi, i saggi fanno ponti e gli stupidi innalzano barriere.”
Firmato: Christian Allegra
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